Una nuova ricerca suggerisce che dare la priorità al tuo benessere è tutt’altro che egoista. Anche se ai genitori viene dato spesso il suggerimento di prendersi del tempo per “aver cura di sé”, questo consiglio è altrettanto spesso deriso come un lusso che la genitorialità semplicemente non consente. Tuttavia, ricerche recenti suggeriscono che il benessere dei genitori può influire non solo sulla capacità di un genitore di essere efficace, ma anche sulla salute mentale dei più piccoli i cui bisogni in genere sono messi al primo posto proprio dai loro genitori.
Attento genitore: non soffri solo tu
Le nostre emozioni sono come onde che vanno e vengono, alcune più intense di altre. Molte volte, queste fluttuazioni del nostro umore passano inosservate agli altri, compresi i nostri figli. Tuttavia, quando lasciamo che le nostre emozioni ci controllino o ci definiscano, inavvertitamente intensifichiamo questi sentimenti e li invitiamo a rimanere in giro più a lungo del necessario. Sfortunatamente, questo può far sì che anche quelli più vicini a noi vengano spazzati via dalla marea della nostra angoscia. Questo può essere particolarmente inquietante per i nostri figli, che si affidano alla nostra presenza calma e amorevole per gestire le proprie forti emozioni. Di conseguenza, quando siamo presi da attacchi di stress travolgente, ansia, tristezza, rabbia o affaticamento, c’è una buona possibilità che i nostri figli stiano lottando al nostro fianco. In effetti, la ricerca indica costantemente una relazione tra i sintomi ansiosi e depressivi dei genitori e dei loro figli.
Nel sistema familiare “La miseria ama la compagnia”
Gli sforzi per capire perché l’ansia e la depressione ricorrono frequentemente nelle famiglie hanno messo in gioco fattori genetici e ambientali; in particolare gli studiosi si sono focalizzati sulla trasmissione intergenerazionale di questi problemi. Alcuni bambini nascono più paurosi o inibiti di altri e questa inibizione comportamentale li pone a un rischio elevato di interiorizzazione di problemi come ansia e depressione. Tuttavia, non tutti i bambini inibiti nel comportamento sviluppano disturbi interiorizzati, e alcuni bambini diventano ansiosi o depressi anche se non sono stati inibiti comportamentalmente: da qui l’importanza dei fattori ambientali, in particolare della componente genitoriale. Nel tentativo di identificare le variabili genitoriali che contribuiscono alla comparsa di disturbi d’ansia infantili e di problemi di interiorizzazione, Bayer e colleghi hanno seguito un gruppo di 545 bambini in età prescolare inibiti nel comportamento e i loro caregiver primari per un periodo di due anni. I ricercatori hanno scoperto che livelli più elevati di stress, ansia e depressione dei bambini erano correlati a una maggiore presenza di genitori iper-coinvolti, protettivi e / o genitori difficili. Inoltre, livelli più elevati di ciascuno di questi sintomi e pratiche genitoriali predicono generalmente disturbi d’ansia infantile e maggiori problemi di interiorizzazione verso i 5 e 6 anni del bambino.
Essere genitore: donare ai propri figli l’opportunità di crescere
Quando siamo depressi o ansiosi, tendiamo a interpretare situazioni ambigue come negative o minacciose. Di conseguenza, non sorprende che lo stress, l’ansia e la depressione possano portarci a mettere in atto comportamenti invadenti o eccessivamente protettivi al fine di impedire ai nostri figli di essere feriti in qualche modo. Ad esempio, potremmo limitare inutilmente la misura in cui ai nostri figli è permesso esplorare il loro ambiente per paura che possano ferirsi; oppure, quando il bambino è arrabbiato, potremmo entrare e cercare di “aggiustare” tutto ciò che lo sconvolge. Anche se ben intenzionati, questi comportamenti limitano le opportunità dei nostri figli di imparare a superare le sfide quotidiane e possono comunicare loro che non crediamo che siano in grado di gestire tali difficoltà. Questa percepita mancanza di fiducia in loro, unita a una mancanza di opportunità per confrontarsi con il disagio e affrontare così le proprie paure, può alla fine dare origine a sintomi di ansia e depressione.
Il malessere genitori può creare danni
Allo stesso modo, l’esaurimento, la bassa tolleranza per l’angoscia e l’elevato bisogno di controllo che tendono ad accompagnare lo stress cronico, l’ansia e la depressione possono rendere difficile per i genitori che stanno lottando con questi problemi essere pazienti come vorrebbero essere con i loro bambini. Di conseguenza, potrebbero richiedere obbedienza e utilizzare pratiche genitoriali dure come urlare, minacciare, sgridare o gestire i loro figli in modo approssimativo nel tentativo di ottenere ubbidienza. Ad esempio, i genitori potrebbero punire con rabbia un bambino, afferrandolo con forza, e imponendo una punizione eccessiva.
È facile cedere a questo stile genitoriale autoritario, specialmente quando siamo stressati o alle prese con le nostre difficoltà emotive, ma ciò non permette di affrontare i sentimenti che hanno portato il bambino a “comportarsi male“. Di conseguenza, i bambini i cui genitori intraprendono comportamenti così difficili possono trovarsi spesso lasciati soli con intense emozioni e possono ricorrere all’uso di meccanismi di adattamento disadattivi nel tentativo di affrontare questi potenti sentimenti. In assenza della guida dei genitori necessaria nella regolazione delle emozioni, potrebbero presto emergere problemi di interiorizzazione.
Genitore: che cosa ti succede se sei stressato, ansioso o depresso?
Come suggerisce il titolo di questo articolo, se sei un genitore che sta combattendo con alti livelli di stress, ansia o depressione, è fondamentale che affronti questi problemi, se non per te, almeno per i tuoi figli. Sebbene alcuni possano trarre beneficio dalla lettura di libri di auto-aiuto o da percorsi non tradizionali per la guarigione, spesso è necessario un aiuto professionale sottoforma di terapia, e in alcuni casi di prescrizione di farmaci, per affrontare adeguatamente questi problemi. Ciò può richiedere un notevole coraggio, tempo, energia e denaro, ma è uno degli investimenti più importanti che puoi fare per te e per i tuoi figli.
Che altro puoi fare?
Dati i risultati di Bayer e colleghi, puoi prendere importanti provvedimenti per ridurre al minimo gli effetti che un calo del tuo benessere potrebbe avere sui tuoi figli (oltre a rendere prioritaria la cura di sé). Innanzitutto, puoi dare ai tuoi figli la massima autonomia possibile e ad incoraggiarli affrontare, piuttosto che evitare, le sfide appropriate all’età. Anche piccole cose, come resistere all’impulso di dirigere il loro gioco o di intervenire e risolvere i problemi al primo segno di frustrazione, possono essere immensamente utili.
In secondo luogo, puoi provare ad eliminare le dure pratiche genitoriali come gridare e minacciare. Per quanto radicale possa sembrare, questo non significa permettere ai tuoi figli di calpestarti e prendere il sopravvento: la chiave è adottare un approccio rispettoso, come quello delineato da Janet Lansbury, che riconosca i sentimenti dei bambini mentre si fa sapere loro che li si aiuterà a seguire i limiti e le regole fissati.
Come il dare priorità al proprio benessere, seguire queste raccomandazioni richiederà probabilmente un enorme impegno e fiducia. Ancora una volta, tuttavia, i risultati di Bayer e colleghi suggeriscono che lo sforzo necessario per apportare queste modifiche varrà interamente la pena per te e per tuo figlio.