(Tempo di lettura 7 min circa)
Pregiudizio omofobico: ansia e paura verso altri e sé stessi?
Cosa significa pregiudizio omofobico? Con questo termine si evidenzia la presa di posizione verso l’orientamento sessuale di una persona. Più che una fobia è da considerare come una forma di disturbo d’ansia generalizzata. Il pregiudizio omofobico è proprio uno dei responsabili principali del malessere psicologico provato dalle persone omosessuali.
Verso la fine degli anni ’60 del secolo scorso pregiudizio omofobico e avversione verso gli omosessuali diventarono fonte di studi e di varie ricerche scientifiche. Il termine omofobia nacque nel XX secolo, verso gli anni ‘70, grazie a K.T.Smith. L’obiettivo di Smith era identificare i tratti caratteristici delle persone dalla personalità detta, appunto, omofobica. L’anno seguente George Weinberg definì l’omofobia come la paura di essere a propria volta omosessuale, e per quanto riguarda gli stessi omosessuali come un odio verso sé stessi.
Omofobia, non una vera fobia
Weinberg analizzò il fenomeno dal punto di vista psicologico spostando l’attenzione sugli atteggiamenti e i comportamenti ostili nei confronti dell’omosessualità, inserì quindi l’omofobia nel quadro delle fobie classiche.
Tuttavia gli studi effettuati negli anni successivi sottolinearono come il termine ”fobia” fosse inesatto, trascura infatti la natura ideologica eterosessista nella società e nella cultura oppressiva. Con il termine omofobia ci si focalizza solo sulle cause irrazionali ed individuali senza tenere conto però delle radici sociali e culturali. Esattamente come le persone razziste anche gli omofobi seguono credenze condivise dalla società: pensano di doversi difendere da un qualcuno di potenzialmente pericoloso.
Dato che il termine “omofobia” riguarda una concezione sociale più che una fobia. si è pensato di sostituirlo con diversi termini: omonegativismo, omosessismo oppure eterosessismo. Quest’ultimo, penetrando nelle tradizioni e nelle istituzioni, esprime ostilità verso l’intero mondo dell’omosessualità. Nella maggior parte dei casi si sviluppa fin dall’infanzia quando si cresce in ambienti dove l’omosessualità è un vero tabù.
Minority stress: effetti psicologici sui gruppi minoritari
Un’indagine condotta negli Stati Uniti, alla fine degli anni ‘80, rivelò che il 10% di donne lesbiche, e il 5% di uomini gay, avevano subito abusi o violenze a causa del loro orientamento sessuale. Quasi il 50% riferì di essere stata vittima di discriminazione, di qualsiasi forma, a causa della propria omosessualità.
Ulteriore studio condotto da Ilan Mayer, ’95, cercò di descrivere e comprendere lo stress psicologico provato dai vari gruppi minoritari, tra cui le persone omosessuali. Questo fenomeno è conosciuto con il termine di minority stress, ma che cosa indica? Esprime la forma cronica di stress che colpisce chi è vittima di stigmatizzazione verso il proprio gruppo di appartenenza, ad esempio gli omosessuali. Secondo Mayer il minority stress è composto da 3 grandi dimensioni:
- Pregiudizio omofobico interiorizzato: accettazione di tutti i pregiudizi, gli stereotipi, le etichette e soprattutto gli atteggiamenti di discriminazione verso l’omosessualità. Questa interiorizzazione può avverarsi più o meno consapevolmente e può portare a vivere il proprio orientamento sessuale. o quello altrui, in modo negativo se non addirittura rinnegarlo.
- Stigma percepito: più è alta la percezione di rifiuto sociale più saranno alte l’attenzione verso l’ambiente e la vigilanza sull’emarginazione, la violenza e la discriminazione. A tutto ciò conseguono strategie di evitamento del tutto inadeguate. Le persone che vivono in questo stato di costante vigilanza provano un gran senso di paura e sfiducia verso la cultura dominante, ma anche alienazione verso la società e un senso di disarmonia.
- Esperienze di discriminazione e violenza vissute: secondo Levy, Herek e Garnets (1990) lo stress provato dagli omosessuali è provocato perlopiù da discriminazione e violenze, sia verbali che fisiche. Ecco un esempio per capire meglio il concetto: una discriminazione acuta è quando una persona ottiene un posto di lavoro che viene poi revocato una volta scoperta l’omosessualità.
I risultati della ricerca di Mayer
Una ricerca condotta su 741 persone omosessuali ha portato alla luce che:
- Tutte le componenti descritte in precedenza facilitano la comparsa di cinque disagi di natura psicologica: depressione, problematiche legate alla sessualità, senso di colpa, pensieri o tentativi di suicidio e approcci distorti all’AIDS.
- Sia le esperienze vissute di discriminazione che lo stigma percepito sono fortemente associati a quasi tutti i precedenti malesseri. Fanno eccezione le problematiche sessuali che risultano invece legate alla qualità della relazione tra omosessuali.
Quindi, cosa si evince dallo studio? Si è confermato che le tre dimensioni del minority stress sono fortemente legate al malessere psicologico provato dalle persone omosessuali. Smentisce quindi che omofobia interiorizzata, pregiudizio fobico e stigma percepito siano indiretti sulla salute psicologica. Stiamo parlando di uno studio degli anni ‘90, nonostante sia relativamente datato ha contribuito a porre le basi di osservazioni e ricerche successive.
Pregiudizio omofobico: gli effetti sulle persone LGBT
Una delle ricerche più recenti, effettuata nel 2012 da Margherita Graglia, descrive dettagliatamente gli effetti dell’omofobia sulle persone omosessuali:
- La sensazione di essere diversi può influenzare l’immagine di sé. Le immagini e i comportamenti associati alla comunità LGBT sono perlopiù connotate negativamente, ne consegue quindi un mancato riconoscimento sociale. Ulteriore effetto negativo sull’autostima riguarda l’emarginazione e l’isolamento che gli omosessuali sono costretti a subire.
- Nella quotidianità le persone omosessuali sono sempre portate a pensare quale effetto porterà sulle altre persone il loro orientamento sessuale. La paura costante di non essere ben voluti è generata principalmente dal silenzio sociale e dalle rappresentazioni negative dell’omosessualità.
- Il modo in cui viene rappresentato il mondo LGBT è molto spesso frutto di stereotipi, si assiste così a comportamenti sociali errati e molto potenti. Questa illustrazione è assorbita dalle persone omosessuali, spesso però inconsapevolmente anche grazie al linguaggio comune e ai media.
- Il senso di diversità può aumentare il senso di insicurezza nei confronti delle reazioni e della valutazione altrui.
- L’estremo controllo del comportamento delle persone omosessuali è provocato dalla paura di “farsi riconoscere”, questo contribuisce però non solo allo sviluppo ma anche al mantenimento dell’ansia.
- Rivelare la propria omosessualità può rivelarsi un evento molto critico, le persone LGBT passano molto tempo a chiedersi con chi, come e quando fare coming out, ponendosi così in costante tensione.
Conclusioni
Per le persone omosessuali rivelare il proprio orientamento significa correre il rischio di non essere accettati dalla famiglia stessa, dagli amici e dalla società. Tuttavia dichiarare apertamente la propria omosessualità, secondo lo studio di Margherita Graglia, può avere grandi effetti positivi sul proprio benessere psicologico.