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Cyberbullismo, le sue caratteristiche
Con il termine Cyberbullismo viene definito un atto aggressivo e intenzionale ripetuto nel tempo da parte di un individuo oppure un gruppo di persone. Le vittime di questo comportamento sono molto spesso delle persone che non sono in grado di difendersi da questi comportamenti. Il Cyberbullismo ha però delle proprie caratteristiche identificative; in rete il bullo può mantenere l’anonimato, avere a disposizione un pubblico più vasto e controllare le informazioni della sua vittima. Al contrario la vittima può avere molta difficoltà a disconnettersi dal mondo digitale, non conoscere il volto del suo aggressore e i rischi della condivisione in rete delle informazioni personali.
Proprio per colpa di tutte queste difficoltà la vittima può arrivare a compiere atti estremi. Una ricerca recente ha studiato la correlazione tra il suicidio adolescenziale e il Cyberbullismo, questo per capire se l’associazione di questi due fattori sia statisticamente alta come si crede. Gli studiosi hanno concluso che questa forma di bullismo è presente in alcuni casi di suicidio, quasi sempre però sono presenti altre forme di bullismo oppure malattie mentali.
Ma come può un genitore capire se il proprio figlio è vittima di Cyberbullismo? I segnali sono diversi:
- Eccessivo utilizzo oppure rifiuto di internet
- Chiusura delle pagine internet nel momento in cui si entra in camera
- Invii frequenti dei compiti attraverso internet
- Comportamenti diversi rispetto alla norma
- Immagini insolite trovate sul computer
- Lunghe chiamate telefoniche senza comunicare chi è l’interlocutore
- Disturbi del sonno, dell’alimentazione oppure psicosomatici (mal di testa, mal di pancia ecc)
- Disinteresse negli eventi sociali che coinvolgono altri studenti
- Scarsa autostima
- Chiamate frequenti da parte della scuola per essere riportati a casa
- Perdita di denaro, beni personali oppure guasti ad oggetti
Per quali motivi si diventa bulli o vittima?
Sono molti gli studi effettuati fino ad oggi per scoprire che cosa induce a comportarsi da bullo oppure a esserne vittima. Molti di questi hanno messo in luce che un buon concetto di sé aiuta i ragazzi a ottenere successi relazionali e di rendimento scolastico. Ma cosa si intende con concetto di sé? Questa è la teoria che ognuno sviluppa su sé stesso riferito alla cognizione delle proprie caratteristiche, le capacità, le impressioni e le opinioni che si hanno su di sé. Una ricerca del 1998 ha evidenziato come un basso concetto di sé conduca all’essere vittima con fattori di rischio maggiori se è presente anche senso di inadeguatezza.
Per chi invece attua condotte aggressive si nota come sia presente un alto concetto di sé, ciò denota però un senso di narcisismo e un tentativo di sembrare ciò che non si è. Spesso il fatto di mostrarsi superiori agli altri e molto potenti non significa necessariamente che davvero lo si pensi, questo atteggiamento può essere causato anche da un senso di scarsa autostima. Nel loro caso questo atteggiamento li porta a guadagnare potere, attenzione e ammirazione migliorando così la propria immagine di sé. Molti studi hanno evidenziato come anche casi di violenza domestica e assenza di attenzioni dalla propria famiglia possano portare a sviluppare un comportamento da bullo.
Il Cyberbullismo e le sue conseguenze psicologiche
Tra le conseguenze del Cyberbullismo troviamo depressione, ansia e nei casi più estremi il suicidio. Ne consegue una necessaria comprensione del ruolo di vittima così da poter offrire un adeguato supporto psicosociale. Questo fenomeno è una forma nuova e molto più sottile del bullismo tradizionale, qui infatti entrano in gioco le tecnologie di comunicazione che permettono l’anonimato. Il “vantaggio” di essere anonimo permette al bullo di allargare la sua forbice di potere che attua sulla vittima. Nel caso di Cyberbullismo è molto difficile per il bullo vedere i risultati del suo comportamento, al contrario di quello fisico che lascia segni sul corpo. Per questo motivo il bullismo online utilizza altre risorse per aumentare il proprio potere, come l’alto numero di sostenitori online. I social network consentono al Cyberbullismo di estendersi a un numero maggiore di persone grazie alla facilità nell’interfacciarsi con il prossimo.
Oltretutto le conseguenze negative, comportamentali ed emotive del Cyberbullismo possono persistere nel tempo molto di più rispetto al bullismo tradizionale. In uno studio effettuato da Kowalski, Limber & McCord nel 2018 viene alla luce che tra le conseguenze sulla salute mentale più comuni ci siano problemi sulla regolazione emotiva, la scarsa autostima, disturbi comportamentali e uso di sostanze. Inoltre ricordano come siano legati anche problemi psicosociali, senza però poter ancora definire se siano causati dal Cyberbullismo. Diverse vittime potrebbero infatti aver manifestato in passato alcune vulnerabilità già presenti come ansia sociale, depressione ed esclusione sociale che fungerebbero da fattore di rischio per il bullismo online. È stato osservato anche che (nella maggior parte dei casi) questi comportamenti aggressivi causino disturbi diversi in base al sesso della vittima: nelle ragazze si sviluppano spesso sintomi ansiosi e depressivi, mentre nei ragazzi insorge un discontrollo comportamentale.
Conclusioni: prevenzione e fattori di rischio
Molti studi effettuati si sono concentrati anche sui fattori protettivi che possono prevenire i disturbi psicosociali a seguito di atti di Cyberbullismo. Le strategie utilizzate per la prevenzione e il trattamento sono efficaci quando l’approccio si focalizza sia sui comportamenti online rischiosi, che sulle potenziali vulnerabilità della vittima. Questi approcci sono accompagnati anche da interventi incentrati sulla vittimizzazione legata ai pregiudizi quali razzismo, disabilità e omofobia. Durante questi approcci vengono coinvolti anche genitori e insegnanti per promuovere comportamenti sani specialmente sulle piattaforme online.
Le ricerche future dovranno chiarire se il Cyberbullismo è legato a specifici outcome sulla salute mentale oppure se può rappresentare un fattore di rischio. Dovranno oltretutto identificare questi fattori e comprendere come essere stata vittima di bullismo online possa far insorgere un disturbo psicologico. Un esempio di fattore di rischio può essere il tempo che si trascorre sui social, è stato infatti dimostrato come il passare più tempo sulle piattaforme online possa aumentare il rischio di essere vittima di bullismo. Altri fattori di rischio possono essere la tipologia di piattaforma utilizzata, il grado di riservatezza utilizzato, la modalità di accesso e l’uso che ne viene fatto. Più si approfondiranno le aree che aumentano il rischio più si sarà in grado di realizzare programmi adatti di prevenzione. In questo modo sarà possibile intervenire in maniera adatta al fenomeno del Cyberbullismo riducendo così le dannose conseguenze legate ad esso.