La Mente di un Uomo e di una Donna Violenti
Le statistiche degli ultimi anni rilevano un incremento anche della violenza di genere femminile nei confronti degli uomini e/o dei figli, anche se le percentuali di quella maschile rimangono le più alte e per questo le ricerche si concentrano maggiormente su di essa.
Comportamento Cosciente o Disturbo Mentale?
Secondo le più grandi Organizzazioni Internazionali esistono 5 tipi principali di violenza di genere: sessuale, fisica, psicologica emotiva, psicologica di controllo ed economica. Per molti anni si è andati alla ricerca delle origini di questi comportamenti e dei meccanismi psicologici che portano un uomo o una donna ad essere violenti.
Alcuni giustificano questi atteggiamenti come “malattia mentale”, molti professionisti però non sono d’accordo: la causa secondo loro potrebbe essere attribuita a problemi educativi della società, e quindi al modo di pensare, ai valori e alle norme.
Il Ministero della Salute in Spagna ha effettuato recentemente una macro-indagine sulla violenza di genere, questa riporta le tre motivazioni principali per cui le donne decidono di non denunciare la violenza subita:
- Hanno paura di eventuali ritorsioni
- Sottovalutano il peso della violenza che hanno subito
- Provano vergogna
- L’amore e l’abuso sono confusi
Cosa entra in gioco nella mente di un uomo violento? Di norma il desiderio di controllo: è convinto di avere diritto su tutto distorcendo la realtà come più preferisce non rispettando il suo/sua partner. Ha la necessità di sentirsi superiore e potente; si impegna al massimo per creare un’immagine di sé da mostrare al pubblico, nega i suoi abusi ed è estremamente possessivo. Molti di questi atteggiamenti sono presenti in un uomo violento, tuttavia non tutti i maltrattatori mostrano lo stesso profilo psicologico.
(Tempo di lettura 5 min circa)
Il Ciclo della Violenza
Lenore Walker, psicologa americana, ha determinato l’andamento del ciclo della violenza: questo per spiegare le fasi che attraversa ogni persona che subisce un’aggressione. Si divide in tre fasi principali:
- Accumulo: si intensifica la tensione a causa di atti discreti e apparentemente difficili da rilevare. Ad esempio abusi fisici, insulti verso la donna oppure comportamenti sgradevoli. La vittima cerca di tenere sotto controllo la rabbia per far sì che non si verifichi l’esplosione della violenza dell’altro. Con il passare del tempo nella vittima si crea il pensiero che non sarà mai in grado di prevenire l’abuso: impotenza appresa.
- Esplosione: la tensione continua ad accumularsi esplodendo poi in attacchi fisici e/o verbali che sono in grado di ferire, anche gravemente, la donna.
- Luna di miele: l’aggressore si scusa con la vittima. Diventa estremamente gentile e premuroso, fa regali e promette che la prossima volta sarà in grado di controllare la rabbia. A questo punto la donna cede al desiderio di credergli, anche nell’uomo si crea la falsa speranza di poter cambiare.
3 Tipi di Uomo Violento
Dopo oltre dieci anni di ricerca, grazie a Holtzworth-Munroe e Stuart (1994), è stata creata una classificazione sui tipi di uomini violenti nei confronti delle donne. Questa si basa sul loro profilo psicologico, sulla gravità dei comportamenti e sull’entità della violenza.
- Super Controllati: questo tipo di uomo violento lo è solo in ambito familiare. Le violenze si verificano solo sul partner, e/o sui figli, con poca frequenza. Non sono presenti frequentemente psicopatologie associate.
- Impulsivi: questo genere è violento non solo in ambito familiare, ma a volte anche con altre persone. La violenza può essere di tipo psicologica, sessuale e fisica. Spesso giustificano questi comportamenti come un metodo impulsivo per scaricare lo stress accumulato. A volte sono presenti problemi psicologici come il disturbo Borderline della Personalità associato a depressione e rabbia cronica.
- Strumentali: sono violenti non solo con la famiglia ma anche in ambienti esterni. La loro violenza è per lo più di natura strumentale, è utilizzata quindi per raggiungere i propri obiettivi. Manipolazione, atteggiamento freddo, uso di droghe, narcisismo e casi di disturbo antisociale. Sono tendenti a giustificare i propri comportamenti e non è raro che abbiamo problemi legali per crimini.
Da dove nasce la Violenza?
Non esiste una natura univoca: gli uomini e le donne violenti presentano diversi tipi di personalità non necessariamente legate a un infanzia difficile o meno. L’atteggiamento violento può non essere la diretta conseguenza di incapacità sociali o carenze emotive.
Come sottolinea Lundy Bancroft l’abuso è un problema legato ai propri valori quindi non per forza di natura psicologica. In poche parole nasce dalla formazione culturale, dai modelli maschili e dall’educazione ricevuta.
È molto importante non cedere al tranello che l’utilizzo di droghe, essere affetti da una malattia mentale o aver vissuto una difficile infanzia rendano una persona violenta. La rabbia, i disturbi mentali e le droghe possono non essere la diretta origine dell’abuso. Possono essere un fattore in più, ma non la causa principale.
L’aggressore deve assumersi le responsabilità dei propri atteggiamenti senza giustificarsi ed essere giustificato in alcun modo. Le persone violente possono essere in grado di farsi carico del proprio atteggiamento e cercare di cambiarlo. Il punto è se siano loro stessi disposti a perdere la posizione di potere che tanto desiderano: la loro mente è molto rigida e non tollera cambiamenti di alcun tipo.
Cosa si Nasconde nella Mente di un Violento?
Molto spesso l’aggressore è una persona con problemi molto complessi e distruttivi. Non è né un mostro né una vittima. Oltretutto non è possibile che un cambiamento arrivi da un giorno all’altro: la sua struttura identitaria si è creata con il passare degli anni.
Il suo comportamento è di natura cosciente per lo più: agisce deliberatamente spinto da un pensiero ben preciso che guida il suo comportamento. Comprende e giustifica questi atteggiamenti dall’osservazione e dall’esperienza con diverse fonti come amici, ruoli maschili di riferimento, ambiente educativo e messaggi culturali. Una volta raggiunta l’età adulta questi sono ormai ben radicati e creano così risposte automatiche: la sua mente è configurata ed è estremamente difficile che possa cambiare. Ma non impossibile.
Ecco perché è fondamentale stabilire fin da subito un’istruzione basata sull’uguaglianza: le menti più giovani sono fortemente influenzate dall’ambiente che li circonda e dai rapporti che instaurano con il passare degli anni. Non dimentichiamoci mai che l’esempio e l’esperienza sono molto più potenti di ciò che possiamo dire a parole: sentirsi dire “è sbagliato” è importante, ma ancora di più lo è crescere in un ambiente rispettoso dell’altro.